Cos’è
Matrimonio celebrato in chiesa.
Cos’è utile sapere
Il Parroco o il Ministro di Culto richiedono la pubblicazione e i nubendi sottoscrivono l’atto di pubblicazione matrimoniale.
Requisiti
Cittadini maggiorenni che hanno lo stato libero.
Avere lo stato libero significa non essere legati da un precedente matrimonio civile oppure da un precedente matrimonio religioso trascritto nei registri dello stato civile.
Oltre allo stato libero, é necessario per coloro che decidono di sposarsi, non siano legati da vincoli di parentela, di affinità, adozione e di affiliazione nei gradi stabiliti dal Codice Civile.
Per i cittadini che hanno già compiuto 16 anni é necessaria l’autorizzazione del Tribunale dei minorenni.
Cittadini già coniugati che hanno avuto annullato il matrimonio religioso o la cessazione degli effetti civile del precedente matrimonio civile.
Come fare
I futuri sposi, muniti di documento di identità, dovranno presentarsi all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza di uno di loro al fine di formalizzare e sottoscrivere la richiesta di pubblicazione.
Se alla pubblicazione seguirà matrimonio religioso in un giorno fissato deve essere presenta la richiesta di pubblicazione redatta dal Parroco o da altro Ministro di Culto. A quest’ultimo dovrà essere consegnato il certificato di eseguita pubblicazione rilasciato dall’ufficiale dello stato civile dopo dodici giorni.
Se uno dei futuri sposi è residente in altro Comune si provvederà d’ufficio alla pubblicazione anche nell’altro Comune.
Tutti i documenti saranno acquisiti d’ufficio.
Le pubblicazioni resteranno affisse in Comune per almeno 8 giorni, per dare a terze persone la possibilità di opporsi al matrimonio.
Il matrimonio deve essere celebrato entro sei mesi dall’affissione delle pubblicazioni. Oltre tale termine la documentazione risulta scaduta.
La donna rimasta vedova può sposarsi solamente dopo 300 giorni trascorsi dalla morte del marito. La funzione di questo temporaneo divieto di nuove nozze é quella di evitare dubbi sulla paternità di un eventuale figlio nel caso di gravidanza in atto.
Il divieto viene a cessare con il parto o con l’interruzione di gravidanza. Qualora non ci sia gravidanza in atto, può essere richiesta l’autorizzazione al matrimonio al Tribunale Civile.
Devono essere presentati i seguenti documenti:
– marca da bollo
– richiesta di pubblicazioni da parte del Parroco (o Ministro di culto)
– nulla osta del Consolato. Tutti gli altri documenti (estratti e copie integrali degli atti di nascita, certificati di residenza, cittadinanza e stato libero) sono acquisiti d’ufficio.
Quanto costa
Euro 14,62 (2 marche se uno dei nubendi risiede in altro comune).
A chi rivolgersi
Servizi demografici – Stato civile e leva